…e poiché veniva da uno stazzo,
Avevo 11 anni, e mi trovavo a Tempio, in casa di nonna Serena. Un giorno venne a trovarci un lontano parente e poiché veniva da uno stazzo (casa di campagna con terreno annesso, bosco e campi da coltivare, caratteristica della Gallura), pensando di fare cosa gradita, si era fermato lungo la strada per cogliere un mazzo di “cicoria”.
Così la chiamò offrendola a mia nonna. Ricordo ancora la discussione che ne scaturì quando nonna Serena ringraziandolo, volle chiarire che, era un’erba buona da mangiare, ma, per lei quell’erba non era “cicoria”. Lui si, lei no, andarono avanti per un pezzo accalorandosi a descrivere le differenze fra le due erbe. Non ricordo come finì la discussione, però mia nonna invitò a pranzo il vecchio parente, mangiammo l’erba che era buona, cicoria o no che fosse, e ognuno di essi rimase fermo nella propria convinzione.
Sono passati più di cinquant’anni, ma ricordo ancora la sicurezza con cui entrambi difendevano la propria opinione.
Succede anche a me di ribattere con alcune persone che chiamano cicoria la Crepis vesicaria. Io non mi pronuncio se non vedo i bei fiori azzurro-cielo, coi petali sfrangiati all’apice. La difficoltà nel riconoscerla, sta nel fatto che, quando ci sono i fiori, le foglie e la pianta hanno cambiato il loro aspetto. La cicoria apre i suoi fiori per tutta l’estate, ma solo quando il tempo è bello e solo al mattino fino a mezzogiorno. Una strada, presso Campanassissa (Siliqua), presenta un rettilineo di circa 600-700 m., i cui bordi stradali, per tutta la mattina sembrano due aiuole fiorite di fiori color cielo, ripassando di pomeriggio o di sera, non si vede un fiore. Per rivedere quello spettacolo si deve aspettare il mattino seguente!!