Lezioni di nuoto

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ALLORA SI INIZIAVA PRESTO A LAVORARE…

Avevo dieci anni, pascolavo i buoi, come facevo ormai da qualche tempo. Allora si iniziava presto a lavorare, io avevo iniziato a quattro anni e mezzo, in casa di uno zio di mio padre. Quando si fermava, con un bastoncino, dovevo toccare l’asinello che era attaccato alla macina.

Un giorno, stavo vicino al fiume, nei pressi de “Su garropp’e i lillus”, quando vidi avvicinarsi Antonio, che aveva la mia età. Era amico mio, ma, pur abitando nello stesso rione, non giocavamo spesso assieme. Quasi subito mi chiese “Si ‘ettausu a ‘nedai?”

Era un ragazzo che andava poco in giro. Suo padre era severo, e dopo la scuola voleva che sbrigasse dei lavori nel cortile. Non lo vedevo mai nuotare come altri ragazzi, pur avendo il fiume a quattro passi da casa, perciò gli chiesi “Ma sai nuotare?” “Mi aggiusto un po’ a rana”.
Io invece ero un bravo nuotatore, mio nonno e i miei zii erano pescatori, e trascorrevo più tempo in acqua che fuori.

I buoi pascolavano tranquilli, mi bastò un’occhiata per capire che potevo permettermi una nuotata, feci un cenno del capo verso il fiume, e un attimo dopo, lasciati cadere gli abiti a terra, eravamo in acqua.
Antonio in acqua non era molto abile, ma gli stavo vicino, gli mostravo come muovere le braccia, le gambe, come piegare il capo di lato, e come respirare. Ero così intento a fare l’istruttore, e il mio amico a rimanere a galla, che non ci accorgemmo dell’arrivo di due carabinieri a cavallo, che camminavano sull’argine del fiume.
Quando mi accorsi di loro, vidi che si dirigevano verso i nostri panni, mollai il mio amico e con quattro bracciate veloci, fui a riva, pronto a prendere i panni prima di loro. Era vietato fare il bagno nel fiume senza costume, ma allora noi, un costume da bagno, non sapevamo cosa fosse. I carabinieri, smontati da cavallo allungavano pure loro le mani verso i nostri vestiti, quando si accorsero che il mio amico era in difficoltà, e aveva iniziato a chiedere aiuto. Mi dissero di andare da lui per aiutarlo. Io risposi che l’avrei fatto solo quando si fossero allontanati dai nostri vestiti. Videro che ero determinato nel mio proposito e si allontanarono prontamente, non senza avvertirmi che la prossima volta sarebbero stati più severi.

Rientrai in acqua, dirigendomi subito verso Antonio, che ormai stanco, si dibatteva per rimanere a galla. Sapevo che era pericoloso andargli di fronte, mi avrebbe buttato le braccia al collo e potevamo andare a fondo entrambi, perciò mi portai alle sue spalle, appoggiai la sua schiena al mio petto cingendolo con un braccio e con l’altro, nuotai verso la riva.
Eravamo morti di paura per lo scampato pericolo, il mio amico aveva rischiato d’annegare, ed entrambi avevamo corso il rischio di tornare a casa nudi, inoltre eravamo preoccupati che il fatto fosse riferito ai nostri genitori, perciò ci rivestimmo in fretta e ci allontanammo col cuore in tumulto.

Quella per Antonio, fu la prima e l’ultima lezione di nuoto!

Grazia Secci

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