Lungo linea

Copia di Cavolina 093 Questa è una storia da raccontare seduti attorno a un bel camino acceso. Noi oggi, la raccontiamo così, socchiudendo solo un po’ gli occhi, per ricreare l’atmosfera d’allora. 

Allora, era il 1930, la loro famiglia, i genitori e gli ultimi cinque figli, abitavano nella cantoniera di “Gutturu arrujas”. Tutte le cantoniere delle “F. M. S.”, lungo la linea ferroviaria che da Siliqua portava a Calasetta, con diramazione a S. Giovanni Suergiu per Iglesias, erano abitate da “Cantonieri”, con le loro famiglie.

 La mamma era andata a Siliqua, come faceva ogni 15 o 20 giorni, per fare la spesa. Se non trovava mezzo, faceva la strada a piedi, e sono 12 Km. circa, ma spesso scendeva al paese seduta sul carretto di un capraro (in gioventù era stato garibaldino) che portava il latte delle sue caprette a Siliqua.

Il babbo era andato a lavoro, lungo linea con la sua “squadra”.

Prima di uscire di casa la mamma, preparò della legna, e raccomandò loro di aggiungerla nel camino solo quando, guardando dalla finestra, avessero visto il babbo arrivare con la squadra. Inoltre raccomandò che non aprissero a sconosciuti.

Anna e Rita rimasero sole.

Presto iniziò a piovere, e pioveva a dirotto quando le bambine guardando attraverso il vetro offuscato dall’acqua battente, videro confusamente delle persone sulle rotaie, avvicinarsi alla casa. Credendo che fosse il babbo coi suoi uomini, leste leste, aggiunsero al fuoco la legna preparata dalla mamma accanto al camino. Ma quando le persone furono più vicine, le bambine videro con sgomento due carabinieri a cavallo che si avvicinavano alla porta. Bussarono e dissero loro di aprire, e le bambine morte di paura, aprirono. Appena entrati dissero «Avete un bel fuoco!» E subito ancora «E mamma, dov’è?»«È andata a Siliqua per fare la spesa» Rispose Anna, che aveva tre anni più di Rita. «E voi siete sole?» «Sì, babbo è a lavoro»

Rita, seduta su uno scannetto, bianca come un cencio lavato, non aveva aperto bocca, nè mosso un dito. Ai due carabinieri non era sfuggito il suo pallore, e uno dei due chiese ad Anna «Ma tua sorella, è ammalata?» «Nò, ha paura di voi!» Rispose ingenuamente Anna. I due capirono che dovevano inventare subito qualcosa per tranquillizzare le bambine e dissero che erano passati per chiedere se avessero uova fresche, ma visto che la mamma non c’era…

Poi, la loro attenzione fu attratta da due agnellini, che pendevano dal soffitto della cucina, e chiesero come mai fossero lì. Il giorno prima il loro padre, aveva trovato gli agnelli che due pastori avevano smarrito durante il loro passaggio col gregge. Li aveva presi e messi al sicuro nella stanza dove teneva il materiale e l’attrezzatura della squadra, con l’intento di renderli ai pastori al loro ritorno. Ma gli agnellini, così come fanno tutti i piccoli, si misero a giocare, provocando la caduta di oggetti pesanti che cadendo loro addosso, li aveva uccisi. Il padre, benché mortificato per l’accaduto, era determinato a renderli ai pastori anche se morti. Quindi prima di uscire disse alle bambine che se fossero passati i pastori, loro dovevano spiegare l’accaduto e rendere gli agnellini. Le piccine (Anna), raccontarono il fatto ai carabinieri che ascoltarono in silenzio. Prima di andar via , ribadirono ancora una volta che erano passati per le uova…ma non importava, e raccomandarono di non aprire a nessuno.«E dite a vostro padre, quando torna, che scuoi quei due agnelli, e se li mangi!»

 Quando rientrò il padre, e le bambine ebbero raccontato che erano passati due carabinieri per chiedere se avessero delle uova, egli commentò con un brivido «Altro che uova! Cercavano un bandito che si nasconde da queste parti, in campagna!»

Dopo questo fatto, ogni volta che la mamma si assentava, il loro padre, col sole o con la pioggia, se doveva andare a lavoro, portava le due bambine con sé… lungo linea.

Grazia Secci

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